Giftedness e incomprensioni di fondo
Quando ci troviamo a parlare di plusdotazione spesso la reazione istintiva nei nostri interlocutori è un’ammirazione smorzata da un sottile senso di fastidio.
Indispettisce probabilmente il fatto che il termine Gifted in italiano sia tradotto con un sostantivo che ammicca in modo evidente ad un elemento di superiorità, “plus” e “dotato”, che non è sondabile in chi ci sta di fronte e che, proprio per questo motivo, mette la persona in stato di allerta e in uno sgradevole senso di disagio.
Nel profondo, infatti, viene toccata la vulnerabile immagine che ciascuno ha di sé e la difficile idea che l’altro possa in qualche modo pensare di poterci squadrare e trovarci inappropriatamente imperfetti.
In realtà, come molti autori sottolineano, la plusdotazione non implica che chi rappresenta il profilo atipico si percepisca superiore, ma anzi, frequentemente essa fa notare il contrario. La sensazione di non essere coerenti all’intorno, infatti, spesso porta il plusdotato a percepirsi come inadeguato e a trovare il modo di farsi accettare dagli altri, a volte anche a discapito della fedeltà a se stessi.
Nel percorso di crescita, comprendere le proprie caratteristiche sarà fondamentale a ristabilire una corretta immagine percepita di sé, ma non è assolutamente scontato che questo accada.
L’altra incomprensione di fondo è infatti che il Gifted debba far riconoscere la propria plusdotazione costantemente, durante la giornata scolastica e in ogni ambito della propria vita.
In realtà, ciò che muove i tratti peculiari della persona si esplicita sono in determinati momenti e in circostanze favorevoli, essendo chiaro ormai che l’ambiente e il contesto sociale agiscano come importanti fattori di facilitazione e apertura dei livelli cognitivi, anche superiori.
Questo, a dire il vero, accade per tutte le persone che si sentono incentivate ad esprimersi laddove l’intorno lo consenta e sia un sostegno adeguato alla propria percezione di comfort.
Non basta quindi avere un profilo neurologico atipico di Alto Potenziale Cognitivo o Plusdotazione per eccellere nel contesto scolastico.
Spesso, infatti, il Gifted, caratterizzato da pensiero arborescente e divergente, da deflessioni più o meno evidenti nelle funzione esecutive ed altre eventuali doppie eccezionalità, non si trova a proprio agio in un tipo di didattica lineare e non personalizzata.
Spesso, il senso di estraneità e la difficoltà a trovare stimoli congrui pongono il Gifted in una posizione scomoda e sottostimolante, tanto da favorire comportamenti di sottorendimento, adattogeni o addirittura destabilizzanti all’interno della classe.
Lo stesso accade nei contesti lavorativi e addirittura affettivi, dove proiezioni su piani diversi del pensiero arborescente provocano spesso difficili incomprensioni e proiezioni che aprono aspettative destinate ad essere disattese.
Riusciranno i nostri Gifted ad esprimersi al meglio nei vari contesti della loro vita? Come tutti noi, anche i Plusdotati hanno un percorso personale da sperimentare, ostacoli da superare, obiettivi da raggiungere …con le proprie gambe.
